La pressione sanguigna indica la forza che il sangue esercita sulle pareti delle arterie. Si misura in millimetri (mm) di mercurio (Hg).
Da tempo è nota la correlazione tra i valori della pressione e l’insorgenza di eventi cardiovascolari che possono essere anche di entità grave, come ictus e infarti. Per questo motivo, soprattutto nell’età adulta, è importante il monitoraggio. Quest’ultimo si rende tanto più necessario se si soffre di ipertensione arteriosa.
L’ipertensione arteriosa, che consiste in un aumento costante dei valori di pressione all’interno delle nostre arterie, è uno dei principali e più insidiosi fattori che contribuiscono allo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Può essere considerata una malattia complessa, che può riconoscere molteplici fattori causali. In Italia ne soffrono circa 10 milioni di persone, ma solo la metà sa di essere iperteso. Questa malattia, se non adeguatamente trattata, può determinare danni al cuore e ai vasi, al rene e al cervello considerati “organi bersaglio” dell’ipertensione. Questo mostra quanto sia importante il monitoraggio della pressione come metodo di prevenzione e controllo.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una progressiva tendenza a considerare ottimali valori sempre più bassi di pressione. Attualmente si considera ottimale una pressione a riposo inferiore a 120 mmHg come sistolica o massima e inferiore a 80 come diastolica o minima. In base a questa definizione, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’ipertensione come nella tabella sottostante.
Pressione arteriosa (mm di mercurio mmHg) | Sistolica (massima) | Diastolica (minima) |
---|---|---|
Ottimale | <120 | <80 |
Normale | <130 | <85 |
Valori limite | 140-149 | 90-94 |
Ipertensione lieve | 140-159 | 90-99 |
Ipertensione moderata | 160-179 | 100-109 |
Ipertensione grave | >180 | >110 |
La pressione varia durante la giornata e a seconda dell’attività che stiamo svolgendo. Per una corretta misurazione della pressione è utile attenersi a queste regole: